Il mondo dell’informazione online ha subito in questi anni radicali modifiche dovute, da una parte, all’aumento esponenziale dei dati a disposizione di ogni singolo navigatore di Internet e incentivate, dall’altra, dal potenziamento e dall’avanzamento degli strumenti digitali a disposizione degli utenti. Tale cambiamento ha provocato l’intensificazione di processi già in atto nel passato, come la diffusione di notizie false, la manipolazione dell’informazione, la distorsione dei fatti, piegati alle esigenze del miglior offerente. Al cambiamento ha fatto seguito, come spesso è avvenuto nella storia dell’informazione, un sentimento di inquietudine e diffidenza da parte del fruitore delle notizie e dei dati.
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In primo luogo perché il termine “Fake news” è fuorviante. Sarebbe più corretto riferirci alla disinformazione (in maniera ampia e svincolata dal solo ambiente di Internet) quando abbiamo a che fare con un’informazione non autentica diffusa con l’obiettivo di fare del male agli altri. Questo è il classico caso dei contenuti manipolati per istigare all’odio, o per fini politici, e che possiamo trovare online, ma anche su giornali o in televisione. Oppure di misinformazione, quando ci troviamo di fronte ad una falsa informazione che è in circolazione senza intenzione di fare del danno (questo è il caso degli errori in cui possono incappare anche i grandi giornali: diffondo una notizia credendo che sia vera, come in questo caso recente). Oppure abbiamo a disposizione il termine malinformazione quando ci riferiamo ad un contenuto autentico diffuso con lo scopo di danneggiare qualcuno. Il caso emblematico è la diffusione di e-mail.
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Secondo le parole di Nicola Bruno e Federica Arenare è proprio questo l’obiettivo principale: “invitare studentesse e studenti, docenti, educatrici ed educatori ad aprire le scatole dei contenuti che incontrano ogni giorno online per capirne il funzionamento e informarsi in maniera più consapevole. Dopo aver seguito il nostro percorso formativo, i giovani potranno assumere un ruolo attivo nel contrasto alla disinformazione, coinvolgendo in maniera più efficace i coetanei nei social network che frequentano ogni giorno”.
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In un momento storico in cui la nostra vita trascorre in gran parte su uno schermo è indispensabile essere a conoscenza di quegli accorgimenti che possono rendere la nostra fruizione dell’informazione meno tossica possibile, sia per noi, che per chi ci circonda nello spazio virtuale. Nelle prossime settimane alcune classi del Liceo Artistico lavoreranno a stretto contatto con il mondo dell’informazione sviluppando quelle competenze di Cittadinanza digitale che il Legislatore ha inserito tra gli obiettivi irrinunciabili all’interno di un percorso di crescita civica.
I docenti, gli educatori e formatori interessati a partecipare alla prossima edizione di Open the Box possono candidarsi tramite la pagina ufficiale entro il 21 gennaio 2021.
a cura di Federico Baglivo
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